Scegliere l’università più adatta è una decisione difficile. La prima mossa giusta è pensarci per tempo. Il momento per cominciare a farlo è in quarta superiore e la domanda da farsi è: cosa voglio fare da grande? Per avere le idee chiare, si deve prima approfondire la conoscenza di se stessi. La seconda mossa giusta è cominciare a orientarsi tra le tante offerte universitarie a disposizione perché spesso si hanno inclinazioni e talenti ma non si sa riconoscere cosa davvero piace. L’orientamento serve proprio a tirar fuori talenti e conoscenze e lo si può fare anche davanti a un pc. Tutte le Università, scuole specialistiche, accademie, hanno deciso di condividere online i loro piani di studio in rete e per scegliere cosa fare dopo la scuola superiore è nata anche una piattaforma che raccoglie tutta l’offerta formativa. Ma non solo. Il Salone dello Studente, Campus Orienta, la manifestazione che ha oltre 30 anni di vita e ha coinvolto oltre 6 milioni di studenti su tutto il territorio italiano, ha lanciato la versione digitale: Campus Orienta Digital che consente di navigare tra le offerte, partecipare in streaming e attraverso webinar agli incontri, e scegliere online il percorso di studi più adatto.
Ma come capire davvero cosa si vuole? Pietro Lucisano, Professore ordinario di Pedagogia Sperimentale all’Università Sapienza di Roma, indica alcune regole base che emergono dall’Osservatorio Teen’s Voice attivo dal 2015 in collaborazione con Campus Orienta ed effettuato su un campione di 2000 studenti a cui è stato chiesto cosa si aspettano dall’università. Sulla base delle interviste emerge che gli studenti prima di iscriversi all’università possono essere divisi in due gruppi, quelli che si aspettano un’università che dia loro una formazione personale e quelli che si aspettano dall’università prestigio e carriera. Ovviamente ci sono anche quelli in cui queste due motivazioni si mescolano (Figura 1).
Secondo l’analisi di Lucisano, è importante per ciascuno capire quali siano le sue motivazioni prevalenti. Queste motivazioni hanno una relazione forte con la visione del mondo: gli studenti che hanno una prevalenza di motivazione allo studio, inteso come passione per l’apprendere hanno una visione del mondo di tipo prosociale, mentre quelli che hanno una bassa motivazione per lo studio hanno una visione più utilitaristica e legata al loro successo personale (figura 2).
La scelta dell’università dipende dal gruppo di appartenenza. “Vorrei dare consigli solo agli studenti del primo gruppo, il secondo gruppo quello che cerca scorciatoie non mi interessa” ha sottolineato Lucisano.
Ecco le 5 regole per scegliere l’università giusta:
– Il primo consiglio è che qualsiasi scelta facciate sarete voi protagonisti del vostro percorso di apprendimento, non sarà l’università a insegnarvi, ma voi a imparare.
– Il secondo consiglio è che vi state apprestando a vivere in università dai tre ai sei anni della vostra vita e che se li vivete in funzione del futuro saranno anni pesanti, l’università sarà a lungo il vostro presente, e perché sia gradevole dovete scegliere a partire dai vostri interessi e dalle vostre inclinazioni.
– Il terzo consiglio è scegliere una università che vi offra una ricca gamma di esperienze. Una comunità scientifica che abbia una forte tradizione di ricerca e la presenza di tanti insegnamenti diversi. Frequentare l’università infatti non è solo seguire un corso, anche avere rapporti con studenti di altri corsi di laurea, vivere in un ambiente ricco di tensione alla ricerca. Fuggite le università che di fatto si presentano come una ripetizione della scuola che avete terminato, dove gli insegnanti raccontano quello che hanno letto sui libri e non quello che stanno scoprendo.
– Il quarto consiglio è cercare di capire dove sono i migliori professori e dove si svolge la ricerca intorno alle cose che vi interessano e volete conoscere e approfondire. Oggi è facile navigare sui siti delle università e farsi un’idea delle attività che vi si svolgono. Cercate il parere di esperti, guardate come si collocano le università nel panorama internazionale. Siate disponibili a muovervi verso le università più serie e più importanti e anche più impegnative.
– Il quinto consiglio è di avere uno sguardo alle possibilità future di lavoro, ma di tenere conto che il mondo del lavoro è in forte evoluzione e non ci sono effetti meccanici nel passaggio da un titolo di studio al lavoro come in passato, ciò che conta è la capacità di trasformare le proprie conoscenze in caratteristiche spendibili nel sistema della produzione e dei servizi. Sappiamo poco di come sarà organizzato il mondo nel futuro, ma sappiamo che ha bisogno di persone animate da senso sociale, atteggiamento scientifico, capacità di impegnarsi.
Lucisano conclude con un ammonimento: “Fare l’università è un privilegio. Questo privilegio se sceglierete un’università pubblica sarà pagato dalle vostre tasse solo per il 18%” ha detto. “Il resto del costo dei vostri studi è pagato dalla collettività, dal vostro verduraio, dal barista dal benzinaio e non solo dai vostri genitori”. Dunque, fare l’università è anche una responsabilità sociale.