S.O.S. estate… Guida per l’uso

 

 

Periodo di riposo e di divertimento ma anche momento in cui fare scelte sul nostro futuro: vediamo come affrontare la fine della scuola in modo maturo

Estate: le giornate si allungano, il caldo inizia a farsi sentire e soprattuto finisce la scuola! Giugno è per eccellenza il mese che segna il passaggio dai banchi di scuola alle fughe in spiaggia e anche per questo è uno dei mesi preferiti dai ragazzi, in cui si ha tempo per rilassarsi e dare spazio ad altri interessi, oltre quelli scolastici. Da quando siamo piccoli aspettiamo l’ultima campanella dell’ultimo giorno di scuola per correre via dall’aula che abbiamo abitato per nove lunghi mesi. In quel momento, ci sentiamo pieni di gioia e invincibili, convinti del fatto che i prossimi giorni saranno solo di relax e di divertimento. Può capitare, però, che trascorsi i primi giorni in cui ne approfittiamo per ricaricare le batterie, iniziamo poi a sentirci “disoccupati”, senza sapere cosa fare e senza riferimenti. Se capita, è del tutto normale! Passare infatti, dall’avere la mattinata sempre occupata da lezioni e da professori, e il pomeriggio pieno di compiti o di studio da portare a termine, al passare le giornate in casa, magari da soli, può farci provare sentimenti confusi e non sempre “felici”. Può capitare anche di non avere voglia di fare le cose, di studiare o fare i compiti delle vacanze, può succedere di essere pensierosi o confusi circa il proprio futuro, anche prossimo. Questo vale specialmente per voi ragazzi che avete appena concluso l’ultimo anno di scuola superiore e per cui l’estate può diventare un mix di libertà e di preoccupazioni.
Una volta conclusa anche la maturità, che segna l’ultimo legame con la scuola in quanto tale, inizia infatti un periodo in cui si affollano i pensieri circa settembre e circa il proprio futuro. E ci si chiede allora: Che farò? Dove andrò? Cosa mi piace fare? Certamente questi interrogativi saranno emersi già durante l’anno scolastico, saranno stati argomento di riflessione con i vostri professori, con i compagni di classe e con la vostra famiglia, ma ora, durante l’estate, sembrano aumentare sempre di più. Perché succede? Perché per il nostro modo di pensare, siamo soliti adottare una modalità di pensiero talvolta automatica, che ci fa preoccupare solo (o di più) quando il pericolo è vicino, mentre quando è lontano, tendiamo a investire meno in questo pensiero e, di conseguenza, a preoccuparcene in maniera marginale. Questo è vero in tutti i contesti in cui siamo chiamati a scegliere; basti pensare, per esempio, ai fumatori che ritengono che i danni causati dal fumo non siano così immediati, per cui possono non preoccuparsene immediatamente. Tuttavia questa strategia intuitiva di pensare- che chiameremo scorciatoia mentale, cioè una decisione rapida che si basa su alcune intuizioni piuttosto che su più articolate valutazioni razionali sposta solo il problema, senza risolverlo. Ci troveremo quindi, proprio in estate, a fare i conti con questi dubbi e interrogativi su cosa vogliamo fare “da grandi” e se, quanto finora pensato per noi, sia effettivamente ciò che riteniamo più adatto al nostro percorso di crescita.
Come uscirne? La buona notizia è che c’è sempre una soluzione (o anche più di una!), che possiamo adottare per stare bene o meglio. Molte volte, infatti, può capitare di percepire fatti e situazioni come difficili da gestire o come più grandi di noi, ma proprio in questo momento dobbiamo pensare che c’è sempre una via di uscita. Pensate a quando siete in un luogo buio, come una cantina, dove sembra non esserci alcuno spiraglio di luce o alcuno spazio da cui uscire, e poi alzate lo sguardo e vedete una insegna luminosa con su scritto “EXIT”, pensate che nella nostra vita funziona più o meno così: talvolta basta solo alzare lo sguardo, cambiare prospettiva, prendere le distanze dei nostri pensieri per  notare che c’è sempre uno scenario alternativo e migliore, rispetto a quello da noi previsto inizialmente.
L’estate è sicuramente molto lunga e per questo possiamo sfruttare questi giorni per capire chi siamo: lo sai? Cosa ti piace, quale è il tuo lavoro dei sogni fin da quando eri bambino, quali sono gli aggettivi che ti rappresentano maggiormente, come ti descriverebbero i tuoi amici? Tutte queste informazioni ci permettono di costruire una carta d’identità personale, in cui possiamo diventare davvero consapevoli di chi siamo adesso, in questo momento. Prendere un foglio e scrivere ti aiuterà a metterlo a fuoco, a ricordarlo e a modificarlo di volta in volta, aggiungendo aggettivi su di te che scoprirai man mano. È l’occasione per sperimentare te stesso e le tue conoscenze, fuori dai banchi di scuola. Usiamo l’estate anche per socializzare: chiudiamo il nostro mondo social e virtuale per passare a quello reale. Socializzare vuol dire entrare a fare parte di un gruppo di riferimento, ed è per questo che è un processo di apprendimento e di trasformazione dell’individuo, con il quale apprendiamo ruoli, opinioni, valori, abilità e schemi di comportamento nostri e altrui. Socializzare permette di conoscere l’altro, di comprendere i suoi punti di forza e di debolezza. Ci permette di conoscere la storia di vita di ognuno e di conoscere magari le scelte che ha fatto, come si sono evolute e come ha affrontato i momenti di difficoltà. Gli altri possono essere davvero un importante modello cui far riferimento, senza perdere di vista, però, il focus sulla nostra persona. Il confronto deve essere sempre adattato a chi noi siamo, ed essere diversi uno dagli altri non è mai un problema, lo diventa se assumiamo come nostri i valori e gli obiettivi di altri presi come riferimento, senza chiederci se davvero fanno parte di noi. Per questo, utile è mettere a fuoco la direzione verso cui vogliamo andare: prima di darci degli obiettivi, infatti, puntiamo a conoscere i nostri valori.
Pensate ai valori come una bussola. Una bussola ci indica la direzione e ci permette di mantenerla mentre siamo in viaggio; per cui usiamo i valori per scegliere la direzione in cui vogliamo muoverci e per mantenerla mentre avanziamo. Gli obiettivi, invece, sono come le cose che si cerca di raggiungere nel viaggio: sono come i luoghi che si vogliono vedere o “le montagne che si desidera oltrepassare mentre ci si mantiene in viaggio verso ovest”. Ma se non sappiamo quale è la nostra direzione, non sapremo nemmeno che cosa cercare. Usiamo il tempo libero quindi per definire i nostri valori. Li possiamo riconoscere perché sono nel qui e ora, mentre gli obiettivi sono rivolti nel futuro; inoltre, i valori sono prioritari e non hanno bisogno di essere giustificati e spiegati, sono giusti per noi perché liberamente scelti. Un piccolo esempio: “superare l’esame di ammissione universitaria” è sicuramente un obiettivo importante. Se pensi sia uno dei tuoi, chiediti anche il valore che lo alimenta, quale è la direzione che vuoi raggiungere? Cosa c’è dopo? Conoscendo chi siamo adesso, ci sarà possibile sapere chi vogliamo essere domani. E l’estate, in questo, con i suoi ritmi lenti, può aiutarci. È il momento ideale per investire in noi stessi, per migliorarci, e per fare ciò che durante l’anno ci proponiamo di fare e che poi, puntualmente, rimandiamo. Spesso perché presi dai compiti in classe, dall’interrogazione dell’indomani, dalle discussioni con i genitori o con gli amici, tendiamo a non avere modo di farci delle domande che sono tuttavia importanti nel nostro percorso di crescita. Per crescere, migliorare e cambiare, ricordati che abbiamo prima di tutto bisogno di conoscere e di conoscerci. E allora l’estate è il momento perfetto per iniziare.
A cura di Chiara Di Berardino, psicologa clinica