Parte con questo volume, “Non sparate sulla scuola”, la nuova rubrica “Lo scaffale del prof”: una carrellata di testi e volumi, nuove uscite in libreria, che non possono mancare nella biblioteca di un docente. Libri sulla scuola, sull’insegnamento, sui giovani, sull’orientamento, sulle discipline. Letture dedicate a chi insegna per passione e a chi vuole scoprire qualcosa di più su quel luogo dove ogni mattina oltre 7 milioni di alunni e 870mila insegnanti s’incontrano e percorrono insieme una parte importante delle proprie vite: la scuola.
La scuola italiana sta attraversando un periodo di forte cambiamento: nuovi percorsi liceali in partenza, sperimentazioni che interesseranno gli istituti professionali, numeri nelle aule in calo, visto l’inverno demografico che si sta palesando, evoluzioni della metodologia didattica, l’orientamento come buona pratica da iniziare il prima possibile, qualcuno sostiene addirittura dalla scuola d’infanzia, le discipline da utilizzarsi come cardini della didattica orientativa, l’affacciarsi dell’Intelligenza Artificiale, gli anni della pandemia e la didattica a distanza, le risorse del Pnrr, la riforma dei cicli, data sempre in partenza, ma ancora su un binario morto, la necessità di uniformarsi a standard europei, gli Invalsi che sembrano condannare gli studenti italiani a un livello di competenze troppo basso. Gli scenari in rapido cambiamento sono tantissimi. Il saggio, intelligente e profondo, “Non sparate sulla scuola” di Gianna Fregonara e di Orsola Riva, giornaliste specializzate nelle tematiche riguardanti scuola e università, rappresenta un punto di partenza per riflettere sulle contraddizioni che attanagliano la scuola italiana, spesso annose, ma anche sulle eccellenze. Perché, nonostante tutto, la scuola italiana funziona. E anche bene. In barba a coloro che si lasciano andare ai paragoni con il bel tempo andato e che guardano alla scuola di anni fa come un modello. “Per alcune sue caratteristiche”, come si legge nel testo, “rappresenta ancora oggi un modello da difendere: è aperta a tutti, è inclusiva, è gratuita e resta competitiva con il sistema privato che in altri Paesi invece ha preso il sopravvento” (p. 9). Oltre a questo, la scuola italiana deve farsi carico di problemi ed esigenze diverse: l’integrazione di giovani immigrati, la necessità del sostegno, la lotta alla dispersione scolastica, il mondo del lavoro che richiede competenze sempre più precoci, oltre alle cosiddette soft skill. Tutto sulle spalle della scuola italiana e sui dirigenti e docenti che ogni giorno ne garantiscono il funzionamento e ne progettano il futuro. Le due croniste scrivono di tempo pieno, di programmi scolastici (che, per legge, non esisterebbero più dal 2010, “ma quasi nessuno se n’è accorto”), di struttura del percorso di studi, che, in Italia, è ancora ferma a 60 anni fa, di voti e test Invalsi facendo il punto su riforme pensate, disegnate, proposte, attuate o mai andate in porto. E scrivono del ruolo degli insegnanti, della loro figura professionale, della sfida educativa che ogni giorno affrontano e portano a termine, appesantita dal fardello burocratico che nel tempo è diventato sempre di più e sempre più complicato. E del ruolo delle famiglie, definite “l’elefante nella stanza”, una presenza sempre più invasiva che porta addirittura un insegnante su due a dichiarare di sentirsi impreparato a gestire i rapporti con i genitori.
Il libro è ricchissimo di dati, numeri e analisi e rappresenta il tentativo da di dare uno sguardo alla scuola dal di fuori (le autrici sono giornaliste, non insegnanti) alla luce dei numeri, delle leggi, delle riforme e delle notizie.
di Sabrina Miglio
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