La Bellezza: un Noi che fa scoprire l’Io

 


 

Al Teatro Sociale di Como si è tenuto il convegno “Fatti”… per il bene, che ha visto, tra gli altri, gli importanti interventi del Cardinale Matteo Zuppi e di Mario Calderini, docente al Politecnico di Milano. Durante l’evento, incentrato sul tema della persona e delle sue aspirazioni, è stato presentato uno studio di Triadi, spin-off del Politecnico, che ha quantificato l’impatto sociale del lavoro di Cometa in favore delle persone e del territorio. 

Quasi 400 persone al Teatro Sociale di Como per il convegno “Fatti”… per il bene. Un evento incentrato sul tema della persona, dei suoi desideri, delle sue aspirazioni e sul come sia possibile costruire un “bene comune” in modo concreto e solidale, dando vita a quelle “comunità intermedie” fatte di persone che hanno a cuore la risposta ai bisogni che incontrano. Il convegno è stata l’occasione per presentare lo studio effettuato da Triadi, Spin-off del Politecnico di Milano, relativo all’impatto sociale generato attraverso il lavoro svolto negli anni da Cometa a favore delle persone e del territorio. 

Sono intervenuti sul tema dell’incontro, moderato dalla vicedirettore vicario del Corriere della Sera Barbara Stefanelli, il Cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, presidente della Cei, e Mario Calderini, docente alla School of Management del Politecnico di Milano. 

Il cardinale Zuppi ha sottolineato l’importanza dell’essere visti, del camminare insieme a qualcuno: “Quando nessuno ti guarda, t’inventi qualsiasi cosa per essere guardato e ti rovini la vita. Quando, invece, trovi qualcuno che ti guarda, trovi te stesso. La bellezza è che io e noi sono comunione. Troviamo l’io attraverso il noi. La bellezza è salvifica. Come diceva il Cardinale Biffi: chi fa il bello è comunque cristiano. Questa mattina la bellezza l’abbiamo vista e sentita ed è molto umana, fatta anche di rughe e ammaccature. È la bellezza di Dio”.

Il professor Calderini, invece, ha parlato del rapporto con Cometa e delle sfide che le organizzazioni di questo tipo saranno chiamate ad affrontare nel futuro prossimo. “La nostra collaborazione con Cometa, iniziata ormai quasi dieci anni fa con Tiresia, il Centro di Ricerca del Politecnico di Milano, prosegue oggi con Triadi, spin-off del Politecnico di Milano, che ne preserva l’approccio orientato alla ricerca. I risultati ottenuti in questi anni danno conto della forza trasformativa che nel tempo Cometa ha saputo esercitare, rispondendo ai bisogni sociali emergenti con modelli innovativi. Il lavoro di misurazione dell’impatto generato da Cometa dal 2019 a oggi rappresenta il punto di arrivo di questo percorso, e, al contempo, il primo passo nell’affrontare una sfida cruciale a cui le organizzazioni come Cometa saranno chiamate a rispondere nei prossimi anni: superare l’approccio alla misurazione d’impatto basato su singoli progetti, integrando strumenti in grado di valutare e gestire il valore addizionale generato dall’intera organizzazione per il territorio e le comunità, in modo sistematico e continuativo. Un passaggio fondamentale per realtà native d’impatto come Cometa”. 

Il professore ha così introdotto lo studio sull’impatto di Cometa sulle persone e sul territorio condotto da Triadi presentato da Valentina Tosi, responsabile dell’area Sustainability & Impact Assessment dello spin-off del Politecnico. Sul territorio comasco, ogni anno, ci sono 75.000 studenti. Di questi, il 43,2% è stato vittima di bullismo, l’11,3% abbandona gli studi prima del diploma, il 7,8% ha disturbi specifici dell’apprendimento. L’impegno educativo di Cometa, negli ultimi 5 anni, ha accompagnato 1616 studenti tra i 6 e i 19 anni, di cui 225 con DSA e 111 con disabilità. Grazie anche alle 260 progettualità messe in atto, che hanno coinvolto 80 scuole sul territorio, tre studenti su quattro hanno incrementato, o quantomeno mantenuto la propria autostima e le proprie competenze socio-emotive, scoprendosi capaci di fare e di relazionarsi. “Da un punto di vista umano, Cometa ha stravolto completamente il mio modo di guardare la realtà – ha raccontato Giulia, ex studentessa e oggi educatrice a Rapallo – Innanzitutto mi sono sentita voluta bene e questo mi ha permesso di lasciar cadere tutte le maschere da ragazza deviante e disillusa dietro alle quali mi nascondevo. Lo sguardo che tutor e professori avevano su di me era uno sguardo di speranza: loro credevano molto di più e molto prima di me che io sarei potuta essere felice. Il mio desiderio da un punto di vista lavorativo è quello di riuscire a trasmettere ai ragazzi di cui mi occupo quella speranza e quell’amore per la vita che è stato dato a me”. 

Un secondo livello della ricerca ha riguardato l’impatto nella riduzione delle disuguaglianze. In Lombardia ci sono 2milioni di persone con DSA e disabilità, di cui poco più della metà hanno meno di 65 anni e sono quindi in età di studio o lavorativa. Il 16% della popolazione è a rischio povertà o esclusione sociale. Attraverso percorsi di formazione e tirocini finalizzati a un inserimento lavorativo, Cometa ha incluso nelle sei proprie imprese sociali 81 persone con fragilità negli ultimi 5 anni, di cui 28 con disabilità. “Sono nato in Romania, ma cresciuto a Messina con genitori adottivi – racconta Victor – Ho fatto il liceo artistico, ma non mi sono trovato bene. Ero poco seguito e i compagni mi lasciavano solo. Cercavo lavoro, ma non lo trovavo e mi sentivo nervoso e triste. Con i miei genitori mi sono trasferito a Como per cercare lavoro e la mia vita ha cambiato colore. L’ho trovato da For&From, un negozio di calzature e accessori di Cometa. Ora sono felice, mi piace il lavoro e sto bene con i colleghi. Qui la gente è diversa e mi sto facendo nuovi amici”. 

L’obiettivo è quello di accogliere per dare a tutti l’opportunità di realizzarsi a livello lavorativo. E in un contesto provinciale in cui ci sono 17.657 disoccupati, una percentuale di neet pari al 13,8% e 47.149 stranieri residenti, Cometa solo nei corsi professionali ha formato in 5 anni 1178 persone, di cui 293 di origine straniera, coinvolgendo 400 imprese ogni anno. Di queste persone, il 55,8% ha trovato occupazione, mentre il 34,3% è ancora in formazione. “Sono arrivato in Italia 7 anni fa – racconta Ibrahima, che ha portato la sua testimonianza insieme a Antonio Corengia, imprenditore e protagonista con la sua azienda dei corsi di formazioni fatti da Cometa – Ho subito iniziato a studiare italiano. Ho frequentato il CPIA di Como e sono riuscito ad ottenere la licenza media e a terminare il biennio della scuola superiore. Dopo aver fatto brevi corsi di formazione, a dicembre ho avuto la grande opportunità di frequentare un corso della durata di un mese per posatori di infissi. Alla fine di questo corso, interessante e ben organizzato, sono riuscito a svolgere un tirocinio di 6 mesi e poi sono stato assunto con un contratto di apprendistato. Il lavoro mi sta piacendo. Sono davvero contento e sarò sempre grato a Cometa per questa opportunità che mi ha permesso di crescere a livello professionale e personale e di iniziare a realizzare i miei sogni”. 

“I servizi alla persona sono l’ambito a cui si rivolge la nostra azione che assorbe più risorse”, ha detto Enrico Lironi, di Fondazione Cariplo. “Nel 2023 sono stati 177 i milioni complessivi messi a disposizione di tutti gli enti che operano sul territorio di riferimento di Fondazione Cariplo (Lombardia, province piemontesi di Novara e del Verbano Cusio Ossola). Sembra una goccia rispetto ai bisogni, ma diventa importante quando ricade sul terzo settore, che li moltiplica dando risultati molto più efficaci.”.