SalvArti, la mostra delle opere confiscate alla mafia

 

 

Da Andy Warhol a Lucio Fontana, da Massimo Sironi a Christo, passando per Baj, De Chirico, Dalì, Haring, Schifano e tanti altri. Le più grande opere d’arte confiscate alla criminalità organizzata. La mostra SalvArti a Palazzo Reale dal 3 dicembre al 26 gennaio 2025

Giorgio De Chirico, Andy Warhol, Mario Sironi, Keith Haring, Emilio Isgrò, Mimmo Paladino, Arnaldo Pomodoro, Lucio Fontana, Salvador Dalì, Massimo Campigli, Ottone Rosai, Mario Schifano, Christo, Rober Rauschenberg, Enrico Baj, Carlo Carrà, Antonio Ligabue… la lista degli artisti più famosi dell’arte contemporanea? Anche, ma questa lunga lista di nomi rappresenta una parte degli artisti le cui opere sono state confiscate alla criminalità organizzata e sono esposte al pubblico, nella mostra SalvArti – dalle confische alle collezioni pubbliche, dal 3 dicembre al 26 gennaio nelle Sale di Palazzo Reale a Milano (www.palazzorealemilano.it). A ingresso gratuito. Perché si tratta di opere ingiustamente sottratte alla collettività e finalmente tornate a una fruizione comune. La mostra, transitata prima da Roma, adesso a Milano, concluderà il suo viaggio dall’8 febbraio al 27 aprile a Reggio Calabria.

“Quando si parla di confisca alle mafie non si associa mai il concetto di arte”, ha detto Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura del Comune di Milano, “eppure le opere d’arte sono spesso merce di scambio per atti malavitosi. Il viaggio della mostra unirà idealmente l’Italia nel nome di un binario a cui teniamo moltissimo, cultura e legalità”.

L’esposizione è parte del progetto Arte per la cultura della legalità, a cura della Direzione generale Musei del Ministero della Cultura, dell’Agenzia Nazionale Beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, del Comune di Milano e della Città Metropolitana di Reggio Calabria, in collaborazione con il Ministero dell’Interno. “Lo Stato è più forte della criminalità organizzata”, ha sostenuto con forza Wanda Ferro, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno, e la cultura è una delle armi più potenti a nostra disposizione per mandare un segnale chiaro”.

Le opere esposte in mostra sono in buona parte visibili per la prima volta al pubblico e, una volta chiuso il tour della mostra, andranno in parte a Brera, in parte a Napoli, a Roma e a Cosenza (quelle provenienti da una confisca divenuta definitiva nel 2018), mentre il gruppo delle 22 opere oggetto di un sequestro avvenuto nel 2016 tornerà a Reggio Calabria presso il Palazzo della Cultura Crupi. A presentare la mostra anche Roberto Vannata, dirigente del Ministero della Cultura, Domenico Piraina, direttore di Palazzo Reale, Maria Rosaria Laganà, prefetto e direttore dell’Agenzia Nazionale Beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, e Filippo Quartuccio, consigliere comunale di Reggio Calabria Città Metropolitana.

“Viviamo in un mondo dove si conosce il prezzo di tutto, ma il valore di niente”, ha detto Piraina, “e spesso si parla di opere d’arte solo in relazione a quanto valgono sul mercato. In realtà, i musei esprimono valori spirituali ed etici, per questo ci tengo a sottolineare l’importanza che queste opere siano visibili gratuitamente”.

Tra le opere più importanti in mostra, la Wrapped Venus di Christo, Kh Mural di Keith Haring, Il cappello di Anna Karenina di Emilio Isgrò, il Disco con Sfera di Arnaldo Pomodoro, la Moltiplicazione di Mario Sironi, il Capanno sulla riva di Carlo Carrà, Due cavalli in riva al mare di Aligi Sassu, il Concetto spaziale di Lucio Fontana e lo Scoiattolo di Antonio Ligabue. Ma sono tantissime altre le opere esposte nell’esibizione, che le raccoglie secondo un criterio cronologico e tematico.

di Sabrina Miglio

 

 

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