Chiara, 24 anni e studentessa di Ingegneria Biomedica al Politecnico di Milano, racconta la sua esperienza all’estero durante gli anni del liceo. Con tanta voglia di partire e mettersi alla prova, ha deciso di partire per gli Stati Uniti e frequentare la quarta liceo in Pennsylvania. Tra football, Thanksgiving e il ballo di fine anno, è stato come vivere all’interno di un film, anche se non sono mancati alcuni momenti di difficoltà. Nonostante questo, partire da sola l’ha aiutata a crescere e maturare, facendole capire quanto fosse travolgente immergersi in nuove culture e abbracciarle completamente.
Sono migliaia, ogni anno, gli studenti adolescenti che, come Chiara, decidono di partire e far parte delle famiglie di qualcun altro, seguendo corsi che fanno parte di un altro sistema scolastico e imparando tradizioni locali. Che sia di qualche mese o di un anno intero, infatti, è un’esperienza che segna per sempre e cambia la vita.
Partire per un periodo di studio all’estero da giovanissimi è una vera sfida: è sicuramente difficile decidere di lasciare momentaneamente i nostri punti fissi, tutto ciò che riteniamo sicuro. Spesso ci si chiede “Ma non mi mancheranno i miei amici? E la mia famiglia? Ce la farò?”. La risposta, a tutte e tre le domande, è SI. Sicuramente ci saranno dei momenti “giù” in cui sarà necessario affrontare da soli alcune difficoltà che si presenteranno lungo il percorso, ma tutti gli sforzi saranno sempre ripagati. A volte, soprattutto all’inizio, ci si può sentire spaesati in una città che non è la propria ma che, a un certo punto, ci si rende conto di chiamare “casa”. Arriva infatti sempre un momento, improvviso, in cui ci si sente parte di due famiglie, di due culture, di due mondi: si realizza che il concetto di “sentirsi a casa” dipende solo da noi stessi, e quei confini che abbiamo disegnati in testa iniziano piano piano a svanire.
Partire significa quindi mettere in gioco, seppur per un breve tempo, le nostre certezze, ed essere pronti a cambiare un po’ le nostre abitudini. Bisogna essere curiosi, volenterosi di imparare e di conoscere e abbracciare culture diverse dalla propria. Un’esperienza così arricchisce incredibilmente dal punto di vista culturale e pone le fondamenta per una vita in cui la voglia di conoscere il “diverso” non si ferma mai. Allargare i propri orizzonti aiuta sia sul piano universitario-lavorativo ma anche, e soprattutto, su quello interpersonale, favorendo lo sviluppo di tutte quelle richieste interculturali che vengono richieste nel mondo di oggi. Inoltre, durante quest’occasione unica nella vita, si ha anche la possibilità di scoprire nuovi interessi o, perché no, talenti. Molti sistemi scolastici esteri permettono infatti di vivere un’intensa vita extra-curriculare in cui conoscere nuove persone e stringere nuovi legami, ma anche praticare un nuovo sport che magari non si ha modo di praticare nella città d’origine. Lo stesso vale per le materie scolastiche: all’estero sono erogate molte materie che in Italia, alle superiori, non si fanno; la possibilità di conoscere discipline e argomenti diversi può aiutare a scoprirsi, capirsi e conoscersi.
Per ultimo, ma non per importanza, partire conviene perché si impara una lingua nuova o si perfeziona una che si conosce. Vivere immersi in un certo tipo di ambiente per tutti gli aspetti della propria vita, permette di utilizzare una lingua ogni giorno e in ogni ambito: è un full immersion senza paragoni.
Un’esperienza così particolare è diversa per ognuno e le sue sfaccettature dipendono da molteplici fattori che non si possono prevedere prima. Una garanzia, però, sta nel fatto che quella che tornerà alla fine non sarà la stessa persona che si era alla partenza. È l’occasione giusta per sperimentare di tutto e sfidare i propri limiti: non si può sbagliare, perché già mettersi in gioco e partire è una vittoria, mentre quello che ci si riporterà a casa, sia dal punto di vista mentale che emotivo, sarà la più preziosa ricompensa.
Insomma, da un’esperienza così formativa e speciale si torna più consapevoli e maturi, e con un bagaglio culturale immenso; si diventa, senza volerlo, ambasciatori della globalizzazione e dell’internazionalizzazione, facendosi portavoce di altre realtà, così lontane ma così vicine da essere “casa”.
Nata nel 1994, ESN Italia è la branca italiana di Erasmus Student Network, la più grande organizzazione di studenti volontari in Europa. Ogni anno sono circa 2000 i volontari italiani che si impegnano nell’accoglienza degli studenti Erasmus per l’arricchimento della società attraverso gli studenti internazionali.