Sono stati mesi intensi, forse i 5 mesi più intensi della mia vita personale finora. Ho conosciuto persone, città, culture, pensieri. Ho conosciuto me stessa, mi sono scoperta, persa e trovata. Ora ho in testa visi, sorrisi, pianti, fin troppi forse, urla, cibo, questo decisamente troppo. Porto con me ricordi che spero di non dimenticare. Porto con me esperienze, tante, e insegnamenti.
Torno diversa, spero migliore, con pezzi mancanti e pezzi aggiunti. Con amici sparsi un po’ ovunque, consapevolezze, ansie, gioie. Torno con una luce diversa negli occhi che spero mantengano sempre così il mio sguardo sul mondo. Entusiasmo e tenacia mi auguro non mi abbandonino più. Mi auguro di non perdere mai quei fili che mi legano a tutti quelli che mi hanno tenuto la mano, anche solo per un pezzetto di strada, durante questo percorso. Mi auguro di potervi rivedere un giorno e insieme ripensare a quelli che saranno stati alcuni dei giorni più belli della nostra vita. Mi mancherai Barça e grazie di tutto. Si comincia ancora. Sto per tornare alla mia vita, che non sarà poi più la stessa e ogni volta che ripenserò a te spero di avere sempre lo stesso sorriso, gli stessi occhi lucidi di adesso. Questo non è un addio, non è la fine.
Ecco, questo è quello che ho scritto ormai quasi un anno fa, il giorno del mio ritorno alla mia vecchia casa, terminato il mio Erasmus. E oggi rileggendolo per trascriverlo qui mi è venuto lo stesso brivido di allora e spero possa percepirsi. La Nica (così da sempre mi faccio chiamare) di cinque mesi prima era piena zeppa di frenesia e di paura; sola, ventenne, stava per imbarcarsi in un’esperienza che poteva sembrare più grande di lei, immaginava sarebbe stata pazzesca ma mai avrebbe pensato potesse essere così intensa.
Ci sono cose che possono essere certamente raccontate, spiegate, ma secondo me in toto l’Erasmus risulta ineffabile, c’è qualcosa che va oltre tutto, che lega le persone, anche sconosciute, che l’hanno vissuta. C’è un libro che raccoglie testimonianze di ragazzi che, come me ora, scrivono stralci di quel loro vissuto ed è assurdo come io mi sia trovata almeno in una frase di ognuno, nonostante non li conosca.
Credo che un insegnamento che spero di seguire sempre e che mi permetto di suggerire a voi, nonché forse il segreto per evitare rimpianti, sia il disfrutar de todo que la vida te pone. La traduzione sarebbe: approfitta di tutto quello che la vita ti mette a disposizione. Ma disfrutar non ha proprio un corrispettivo italiano. È un concetto. Approfittare infatti in italiano può assumere un’accezione negativa, disfrutar non vuol dire approfittare traendone tutto il godimento possibile, in positivo, cogliendo il bello in qualsiasi cosa: il pasto, gli amici, un evento specifico, la vita in sé.
E io dico a voi, se avete desiderio e curiosità, fatelo perché non è una cosa per tutti, non fatevi fermare dall’ignoto, dalla paura, dalle responsabilità, dalle mancanze, dagli sbatti burocratici (quelli sono tanti e non finiscono), dal cambiamento, dalla lingua, ma disfrutate di quello che sarà.
Nata nel 1994, ESN Italia è la branca italiana di Erasmus Student Network, la più grande organizzazione di studenti volontari in Europa. Ogni anno sono circa 2000 i volontari italiani che si impegnano nell’accoglienza degli studenti Erasmus per l’arricchimento della società attraverso gli studenti internazionali.