SANITÀ NEXT – FORMAZIONE E CAPITALE UMANO

Salone dell’Healthcare (9-11 marzo 2021)

 

La rivoluzione digitale nel mondo della salute è già in atto. Se da un lato le nuove tecnologie corrono, lo sviluppo della robotica, l’Intelligenza artificiale e la
raccolta elettronica dei dati dei pazienti, dall’altro deve esserci un capitale umano preparato e flessibile. La formazione dell’Healthcare 4.0 deve partire dai
medici e coinvolgere infermieri, farmacisti, personale paramedico e funzionari della pubblica amministrazione. Non si può infatti parlare di innovazione,
di transizione tecnologica dell’approccio alla cura senza parlare di formazione: avere un capitale umano formato e preparato, che sappia rispondere al
cambiamento delle nuove tecnologie della salute è fondamentale. Proprio nell’ambito di questa evoluzione, nasce il Salone dell’Orientamento e delle
Professioni dedicato all’Healthcare: la manifestazione, organizzata da Campus – Next Generation Platform, si svolgerà online dal 9 all’11 marzo sulla
piattaforma www.salonedellostudente.it. Se ne è parlato nell’ultimo appuntamento di Sanità Next, il programma televisivo di Class Cnbc dedicato al
futuro della salute.

 

“La medicina è uno dei settori più importanti della società occidentale e a maggior tasso di sviluppo”, dice Domenico Ioppolo, amministratore delegato
di Campus Editori. “Ecco perché abbiamo pensato al Salone dell’Healthcare, il primo Salone interamente dedicato al settore sociosanitario: ci saranno
dibattiti, workshop, convegni, ci sarà la possibilità per i ragazzi di incontrare l’offerta formativa italiana e internazionale e sarà l’occasione per fare il
punto su cosa oggi l’università italiana è in grado di mettere sul tappeto per quanto riguarda la formazione nel settore sanitario”.

 

Un approccio integrato che coinvolga università e strutture sanitarie per preparare i professionisti del futuro in chiave digital, figure come il data scientist,
il patient manager, l’esperto di protezione dei dati sanitari, ma che possa aiutare anche il reskilling di chi già opera nel campo della salute. Anche se la
spesa per la sanità digitale è aumentata, complice la pandemia e lo scatto della telemedicina, l’Italia si trova sotto la media europea in tutti gli indicatori
delladigitalizzazione dell’economia e della società stabiliti dalla Commissione Europea: connettività, servizi pubblici digitali, uso dei servizi internet,
integrazione delle tecnologie. Il comparto della salute e le sue eccellenze nel campo della formazione possono contribuire a riscattare questo ritardo
partendo dall’educazione per creare nuove competenze.

 

Che Chiara Sgarbossa, direttore dell’Osservatorio Sanità digitale del Politecnico di Milano, ha individuato in due macroaree: “Le competenze digitali di
base, utili anche nella vita quotidiana (la digital literacy, per esempio chat e videochiamate): in questo caso i medici si sono autovalutati dichiarando una
competenza sufficiente. Poi ci sono le altre le competenze digitali da utilizzarsi nell’ambito più prettamente lavorativo: l’uso della cartella clinica elettronica
o l’utilizzo corretto della condivisione di informazioni tenendo conto anche dei criteri di privacy e sicurezza. Abbiamo valutato come un livello sufficiente di
tali competenze sia limitato, sia nei medici specialisti sia nei medici di famiglia”. Professionisti che dovranno seguire corsi post universitari per aggiornare le
proprie skills.

 

 

Per quanto riguarda invece il sistema di formazione universitario, gli atenei si stanno attivando alacremente, come conferma Carlo Della Rocca, preside
della facoltà di Farmacia e Medicina della Sapienza di Roma. “Non c’è facoltà di Medicina che non si sia dotata di uno Skill Lab con simulatori di altissimo
livello che consentono un’attività formativa sul paziente “senza il paziente”, togliendo così il rischio di eventuali problematiche legate all’imperizia iniziale
dello studente. L’altro aspetto è quello della rimodulazione di contenuti all’interno delle offerte formative che sta già avvenendo nelle università: nascono
così corsi di laurea in Medicina che comprendono competenze informatiche. Alla Sapienza abbiamo Medicina e Chirurgia High Technology, un corso
interfacoltà con Ingegneria civile e industriale e Ingegneria dell’informazione, informatica e statistica. Prevede corsi integrati che forniscono un
approfondimento delle materie informatiche, dalla matematica alla biostatistica, tanto che, grazie ad alcuni corsi elettivi, lo studente, oltre alla laurea in
Medicina, può conseguire anche una laurea triennale in Ingegneria clinica. Un modello raccolto anche da altre università che punta a formare il nuovo
medico del futuro”.

 

Corsi integrati pluridisciplinari già presenti in diversi atenei, Milano, Roma, Salento, Napoli, Palermo, come racconta Marcello Ciaccio, presidente
della Scuola di Medicina e chirurgia dell’Università di Palermo: “Obiettivo delle scuole di medicina è quello di formare medici in grado di praticare la
medicina del Terzo millennio, una medicina di precisione, personalizzata, che si realizza con l’utilizzo delle biotecnologie, della digitalizzazione e che
trova applicazione in tutte le fasi del processo assistenziale, dalla predizione, alla prevenzione, alla diagnosi, alla prognosi, alla terapia personalizzata,
al monitoraggio della malattia e della cura. A Palermo abbiamo iniziato questo percorso. Anche noi abbiamo attivato un corso di laurea Med-It: Medicina e
Ingegneria biomedica. Abbiamo due robot che praticano chirurgia miniinvasiva, programmi che permettono una didattica interattiva, abbiamo introdotto il
fascicolo sanitario elettronico, la digitalizzazione completa della diagnostica per immagini, acquisito le più moderne tecnologie diagnostiche.
Stiamo proseguendo nella progettualità verso quello che riteniamo un aspetto indispensabile per la medicina moderna: l’intelligenza artificiale che
consente la gestione di big data. La tempesta tecnologica, in senso positivo, ci consente di creare una sanità di qualità e una formazione di eccellenza”.

 

“Questa integrazione fra cultura politecnica e cultura clinico-scientifica deve diventare la normalità, un nuovo modello di connected care”, sostiene
Alfredo Pascali, founder di Next Health ed esperto di Innovazione e Marketing nel campo della salute. “