Per una scuola accessibile a tutti e condivisa

 

Perché la scuola sia davvero accessibile a tutti e condivisa, le barriere fisiche, sensoriali, culturali, comunicative e relazionali devono essere abbattute. Per raggiungere questo obiettivo può essere d’aiuto lo Universal Design, la progettazione per tutti. Tuttavia in Italia soltanto poco più di un terzo degli edifici scolastici possono garantire accessibilità senza barriere architettoniche. La strada per il futuro.

Parte da queste considerazioni di Rosaria Brocato, insegnante, la nuova rubrica di Campus Magazine “La Voce della Scuola”

 

Gli ostacoli culturali, fisici, sensoriali, comunicativi e relazionali che impediscono in forma continuativa agli alunni e alle studentesse e studenti delle scuole di ogni ordine e grado la partecipazione attiva ai processi di sviluppo sociale costituiscono un impedimento, quando non rimossi, alla realizzazione di una società democratica basata su principi di eguaglianza ed equità. Le barriere culturali, unite agli impedimenti fisici, limitano dunque l’incontro e il dialogo tra persone, ostacolano l’inclusione scolastica e sociale creando divisioni culturali, separazione dei percorsi e limitazioni nell’utilizzo di beni e servizi comuni. Ecco che l’inclusione si realizza quando tutte e tutti, quali che siano i bisogni che caratterizzano le persone, riescono ad accedere e a raggiungere a pieno titolo gli obiettivi formativi in tutti i contesti sociali, lavorativi, di svago e sportivi senza trovare lungo il loro percorso di crescita ostacoli di carattere culturale e ambientale.
Non più attenzione convogliata direttamente sui bisogni manifestati dalla persona o dalla persona con disabilità, da integrare in un ambiente precostituito che in genere è difficilmente modificabile, bensì con il focus orientato in direzione del contesto ambientale, umano e sociale ad ampio raggio che necessita, per essere efficace, di un adeguamento in chiave evolutiva. Parliamo dunque di un contesto spesso privo di opportunità inclusive all’interno del quale gli alunni con e senza disabilità vedono aumentare le loro difficoltà a causa della presenza, quando esistenti o non completamente rimosse, di barriere culturali, fisiche, sensoriali e relazionali.
 La progettazione universale
Il concetto di accessibilità applicato ai diversi contesti, così ampio da meritare una riflessione a largo raggio, si rivolge alla tecnologia e al digitale, ai trasporti e al design e riguarda non soltanto le persone con disabilità motorie, come si ritiene erroneamente, ma anche coloro che vivono disabilità sensoriali, cognitive e relazionali lungo tutto l’arco della vita. In funzione dei molteplici bisogni, l’attenzione del progettista va dunque orientata, oltre che nell’abbattimento degli ostacoli fisici, anche nella diffusione di mappe tattili, simboli grafici e segnali acustici, annunci visivi e sonori che consentono gli spostamenti in autonomia alle persone, soprattutto quando affette da fragilità sensoriali. L’Universal Design, la ‘progettazione per tutti,’ può venirci incontro e favorire un approccio inclusivo grazie ad una visione condivisa dagli attuali progettisti e consentire così la realizzazione di ambienti completamente accessibili secondo i principi della Total Quality.
Tuttavia, ad oggi, i molti edifici scolastici che risultano privi di accessibilità sono per lo più concentrati nelle regioni a sud del Paese e presentano insormontabili barriere fisiche, sensoriali e culturali che costringono gli alunni e i docenti con disabilità a spostamenti lungo percorsi alternativi che non consentono l’incontro e la condivisione con i compagni o i colleghi di classe. Il recentissimo Rapporto ISTAT relativo all’anno 2023 ci comunica che l’accessibilità senza barriere architettoniche, nel territorio italiano, riguarda solo poco più di un terzo degli edifici scolastici, con otto punti di differenza tra nord e sud del Paese. Le segnalazioni visive per gli studenti con sordità e ipoacusia sono presenti solo per il 16% delle scuole mentre le mappe a rilievo e i percorsi tattili per gli studenti con cecità o ipovisione sono presenti solo nell’1,5% delle scuole. La sensibilizzazione sulle problematiche della disabilità e delle diversità, in rapporto alla quotidiana vivibilità dell’ambiente e all’organizzazione di attività sociali, didattiche, ricreative e sportive, deve coinvolgere l’intero personale della scuola attraverso l’attuazione di un piano formativo e il consolidamento di un’attività di rete per accrescere il benessere della collettività scolastica.
In particolare, per garantire a tutti una scuola accessibile e inclusiva, oltre la normativa di riferimento attuale, è indispensabile che i laboratori, palestra compresa, le strumentazioni didattiche e le attrezzature all’interno dell’edificio siano idonee sul piano strutturale e quindi fruibili dalla totalità degli alunni. Abbattere l’inadeguatezza degli strumenti comunicativi favorendo la compatibilità dei testi, dei computer, delle lavagne e consentendo la lettura e la scrittura significherebbe superare ovunque gli ostacoli che incontrano gli alunni così come adottare accorgimenti visivi-tattili che favoriscano l’orientamento all’interno dei complessi scolastici.
Normativa di riferimento
Legge 118/1971 (art. 28) per l’accesso alla scuola che deve essere garantito mediante adatti accorgimenti per il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche – DPR 503/96 – art. 23 (già all’art. 18 del DPR 384/1978) sugli edifici delle istituzioni prescolastiche, scolastiche, comprese le università e delle altre istituzioni di interesse sociale nel settore della scuola –DM 236/89 sui requisiti di accessibilità fisica e sensoriale per tutte le attività didattiche –DM 236/89 – art. 3.3 sull’accessibilità degli edifici privati con ambienti destinati ad attività scolastiche.

di Rosaria Brocato

A lungo docente specializzata di sostegno è stata referente per l’inclusione nella Scuola Secondaria di primo grado, da molti anni collabora con FIABA Onlus nella sezione ‘Scuola e Formazione’ e partecipa, come membro delegato, alla Consulta delle Associazioni nell’Osservatorio Permanente per l’Inclusione Scolastica del Ministero dell’Istruzione e del Merito.