Negli ultimi anni il settore dell’occhialeria ha realizzato enormi crescite di produzione e la stabilizzazione di oltre 17.000 addetti, numeri consacrati dall’annuale appuntamento con MIDO, la fiera di settore a Milano (ultima edizione nel 2019), capace di muovere un volume di quasi 60.000 visitatori provenienti da tutto mondo nei 3 giorni di eventi espositivi. D’altra parte, l’export è una delle voci più consistenti dell’attività del comparto; fino al 90% della produzione totale è infatti destinata all’estero.
Queste evidenze mostrano un’indubbia affermazione dell’appeal dell’occhiale presso il pubblico e del suo spazio sempre più rilevante tra gli oggetti che animano l’immaginario collettivo in un campo di scelta sempre più vasto e innovativo; non più semplice protesi correttiva, tanto necessaria quanto mal sopportata, ma accessorio che contribuisce a caratterizzare con diverso stile la propria immagine. Un’evoluzione del gusto e delle aspettative del pubblico, orientato anche da campagne di marketing e comunicazione, accompagnata dalla presenza di molti punti vendita ormai diffusi sul territorio nazionale, molti dei quali concentrati nell’area metropolitana milanese. Si tratta sia di negozi gestiti da ottici imprenditori privati, sia di punti vendita di grosse catene commerciali di settore, che uniformano il look e la comunicazione sotto il brand di importanti operatori della distribuzione, che selezionano in proprio il personale qualificato da inserire nelle strutture.
Le figure di riferimento del settore ottico sono l’Addetto alla vendita del settore ottico, l’Ottico abilitato e l’Optometrista.
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La figura dell’addetto alla vendita si è ritagliata uno spazio professionale significativo all’interno delle realtà commerciali di settore; pur operando obbligatoriamente in affiancamento all’ottico abilitato, l’addetto alla vendita svolge un’importante funzione di accoglienza e ascolto/ricezione delle esigenze del cliente, necessaria per orientarlo correttamente verso i servizi e le tipologie di prodotto offerte dal punto vendita. Per svolgere questo ruolo occorrono competenze connesse con la dimensione relazionale e comunicativa e alla conoscenza dei prodotti proposti (lenti a contatto, montature, lenti e occhiali da sole), oltre a saper gestire l’organizzazione funzionale del punto vendita: dalle scorte al contatto con i fornitori, dalla vetrina al display del negozio. L’esperienza professionale come addetto alla vendita in questo settore ha inoltre le caratteristiche per potersi evolvere verso la professione di ottico abilitato.
L’ottico è una figura professionale regolamentata, che svolge la propria attività sulla base di specifiche normative che ne individuano i requisiti per l’esercizio e gli ambiti di competenza.
L’abilitazione in Ottica consente di realizzare ausili ottici, applicare lenti a contatto, esaminare la visione e definirne la correzione per difetti semplici di miopia e presbiopia (art. 12 RD 31 maggio 1928 n.1334). Assiste inoltre il cliente nella selezione delle montature e delle lenti, informandolo sul corretto uso e manutenzione dei dispositivi forniti, utilizza macchine per sagomare le lenti e assemblarle nelle montature. Le attribuzioni della normativa definiscono quindi il ruolo e la responsabilità professionale dell’ottico in termini esclusivi, rendendone imprescindibile la presenza nella gestione di un punto vendita specializzato in ottica.
L’optometria si riferisce allo sviluppo di competenze supplementari a quelle dell’ottico e necessarie a indagare e valutare deficienze ottiche della vista, del processo visivo refrattivo e binoculare e dei suoi aspetti comportamentali, prevenendo ove sia possibile l’insorgenza di turbe visive anche attraverso rieducazione visiva o ausili ottici specifici.
L’optometrista è infatti il professionista che esamina il processo visivo nei suoi aspetti funzionali, comportamentali e cognitivi con l’ausilio di metodi oggettivi e soggettivi non invasivi. Per fare ciò si avvale delle leggi dell’ottica fisica, della fisiologia oculare, della psicologia, della neuroscienza e di tutti gli strumenti utili che l’evoluzione tecnico-scientifica mette a sua disposizione.
L’organizzazione dei percorsi di accesso alla professione di ottico, è determinata dalle disposizioni di legge che regolano i criteri di ammissione all’esame di abilitazione di ottico. Oltre al percorso più diretto, rappresentato dal conseguimento del titolo di scuola secondaria superiore di ottico presso gli Istituti scolastici in cui è presente questo indirizzo di studio, e oltre alla possibilità di frequentare appositi corsi post-diploma erogati da Enti di formazione accreditati, che permettono di acquisire l’abilitazione professionale, vi sono altre due possibilità per accedere all’esame di abilitazione:
– La laurea triennale in ottica e optometria, attivata presso alcuni atenei.
– Un titolo di scuola secondaria superiore, non necessariamente di indirizzo specifico, congiunto a due anni di esperienza professionale nel settore dell’ottica.
Il Centro di Formazione Visconti del Comune di Milano comprende la storica scuola di Ottica, fondata nel 1976, e i corsi di Moda; è inoltre punto di erogazione dei corsi di Lingua promossi dal Comune di Milano.