Le professioni del futuro: l’analista ESG

 

 

Che i giovani siano green oriented, attenti alla sostenibilità ambientale, preoccupati per il cambiamento climatico, attivi socialmente per ridurre l’impatto dell’inquinamento sul pianeta è ormai assodato. L’Italia, per esempio, è in testa alla classifica delle nazioni in cui la sensibilità giovanile verso la sostenibilità digitale è più alta (37%), seguita da Spagna, Polonia, Germania e Francia, mentre il 71% dei giovani italiani considera il cambiamento climatico uno dei problemi di cui occuparsi immediatamente. Ma questa attenzione per la sostenibilità può trasformarsi in lavoro? Ebbene sì, c’è una professione che si occupa delle strategie e dei procedimenti che, per le aziende, hanno ricadute ambientali. Professionisti all’opera in aziende che richiedono un voto per le loro strategie di sostenibilità nelle aree ESG (Environmental, Social, Governance). Oltre all’analisi della loro documentazione pubblica e la valutazione del loro allineamento con le linee guide volontarie emesse dell’Ue, dell’Ocse e delle Nazione Unite, l’analista ESG ricerca le best practice per aiutare le imprese a migliorarsi.

Campus, in occasione dell’ #EarthDay2024, ne ha parlato con Manfredi Morello, Head of Solicited Ratings Operations di Standard Ethics, agenzia di rating di sostenibilità che dal 2004 si occupa di Finanza sostenibile e degli studi ESG.

 

Dottor Morello, che cosa fanno esattamente gli analisti ESG delle Agenzie di rating di sostenibilità come Standard Ethics?

Misurano, con i loro metodi e i loro strumenti, la distanza tra ciò che le imprese fanno e le indicazioni internazionali di sostenibilità promosse da enti internazionali come Onu, Ocse e UE.  Accompagnano le imprese nel loro percorso di Sostenibilità, dando loro un voto, il cosiddetto “rating”. E, a partire da quel voto, suggeriscono alle imprese come migliorarsi. Infine, osservano e fanno ricerca per creare una cultura di Sostenibilità. In sintesi, il lavoro degli analisti ESG fornisce al cliente una fotografia dettagliata del suo posizionamento rispetto alle indicazioni di Sostenibilità e corporate governance promosse da Onu, Ocse e Unione Europea.

Nel concreto, come interviene un analista ESG nelle dinamiche aziendali?

L’analista ESG osserva e analizza se e come le aziende, nostre clienti ovvero quelle che richiedono il rating solicited, adempiono volontariamente alle indicazioni internazionali dell’Onu, dell’Ocse e dell’Unione Europea in materia di Sostenibilità.  Tecnicamente il lavoro consiste nell’attività di ricerca, analisi e coordinamento per l’emissione del rating solicited. Siccome i processi sono analyst-driven, quindi fatti da persone e non grazie a programmi computerizzati, l’analista partecipa al meeting iniziale con il cliente, raccoglie i documenti che solitamente non sono disponibili sul sito e li riordina. La seconda fase invece riguarda l’analisi o, meglio, la compilazione della linea guida dell’Agenzia. Si analizza l’impresa nel dettaglio secondo i tre componenti ESG, Environmental, Social, Governance. Un lavoro di ricerca interattivo, perché il contatto tra l’analista e l’azienda è costante e fondamentale. È fondamentale per un analista capire a fondo come le aziende sono strutturate e soprattutto come operano sulle tematiche di Sostenibilità perché questo consente un’analisi più accurata, più precisa e più profonda e quindi capire davvero come si posiziona la società cliente rispetto alle indicazioni internazionali. La Commissione Europea ha definito il rating di Standard Ethics quale rating di compliance. Il nostro interesse è quindi di riconoscere la distanza tra le pratiche ESG delle aziende e quelle promosse dall’Onu, dall’Ocse e dall’Unione Europea.

Che cos’è la sostenibilità dal punto di vista del business?

La sostenibilità è una tematica globale che riguarda tutti, individui, stati sovrani, e aziende. Spetta a ognuno di noi compiere un passo decisivo e allinearsi alle indicazioni internazionali che sono la guida per capire e per comprendere in fondo il concetto comune di sostenibilità.

Di recente si è parlato molto di green washing, che cosa si intende?

Il green washing per un’impresa sostanzialmente è dire o fare cose che non riflettono in modo chiaro e corretto il profilo di sostenibilità dell’impresa stessa. È un rischio.

Qual è la forchetta di guadagno per il tuo lavoro, all’inizio e progressivamente?

Lo stipendio è competitivo sia per l’età sia per l’esperienza.

Che studi hai fatto per diventare analista ESG??

Mi sono laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali e mi sono specializzato prima in Studi Europei e infine in Sicurezza Internazionale. Ma nel team di analisi abbiamo colleghi e colleghe che si sono laureati in varie discipline (e.g. Giurisprudenza, Psicologia, Ingegneria, Comunicazione, Economia, ecc.). Quindi vengo al punto: per gli analisti di Standard Ethics più che un titolo di studio specifico è necessario avere una buona predisposizione per la ricerca e l’approfondimento continuo delle linee guida in materia di Sostenibilità promosse dalle principali organizzazioni internazionali (i.e. Onu, Ocse e UE).

Qual è stata la tua formazione professionale?

Sono nato e cresciuto a Bologna e attualmente vivo e lavoro da qui con Standard Ethics. Lavoriamo a distanza da sempre. Siamo tutti molto digitalizzati in azienda anche perché lavorando da remoto è una necessità. Peraltro, la formazione degli analisti di Standard Ethics è continua. Ogni settimana abbiamo più riunioni da remoto dei team di lavoro. Ogni mese abbiamo una riunione generale utile sia come aggiornamento sulle indicazioni internazionali sia sulla metodologia. È una sorta di workshop.

È un lavoro innovativo.

Un lavoro unico, direi. Standard Ethics è la prima agenzia di rating di sostenibilità che si basa su questo modello di business, offrire cioè rating alle imprese che li richiedono, rinunciando a fare consulenza a loro e agli investitori, cosa che potrebbe indebolire la sua indipendenza. Quindi un lavoro uguale al mio per ora lo offre solo Standard Ethics. Esistono funzioni equivalenti. Mi vengono in mente gli analisti delle agenzie di rating di merito creditizio come Moody’s, Fitch o Standard&Poor’s. Da queste Standard Ethics ha tratto il suo modello di business; quello dell’Applicant-pay model. Ecco, se dovessi pensare ai colleghi di altre aziende, penserei subito agli analisti di merito creditizio. Tuttavia, l’output è completamente diverso.

Sarà senz’altro una delle professioni del futuro…

Certamente. Tutte le aziende del pianeta conoscono oggigiorno il tema di cui ci occupiamo per via della sua natura di tematica condivisa e globale. La figura dell’analista è in una fase molto espansiva. È un’attività molto innovativa e tecnologicamente avanzata. Siamo i pionieri in questo, con tutti i rischi e gli straordinari vantaggi che ne possono derivare.

Sabrina Miglio

 

 

 

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