La (mini)carica delle rettrici

L’università è donna? Alla base sì, al vertice no. A fronte di un numero sempre crescente di studentesse e laureate, su 97 atenei e scuole superiori sono solo 18 le rettrici. Un misero 18,5%. Il soffitto di cristallo è ancora una realtà. Ma è in atto un cambiamento, nei rinnovi rettorali degli ultimi tempi sempre più sono le donne a risultare vincenti. Il ministro dell’Università è donna, il presidente del Cnr pure, la presidente della Crui, la Conferenza dei rettori anche. Un trend che cambierà il volto delle università?

Ecco chi sono le magnifiche 18.

 

L’università diventa sempre più donna. Soprattutto per quanto riguarda gli studenti (nel 2023-24 le immatricolazioni sono state 328.068 di cui 183.921 ragazze e 144.147 ragazzi, mentre le laureate sono state 221.402 di contro ai 164.550 maschi, dati MUR). Ma forse, finalmente oseremmo dire, qualcosa si sta muovendo anche ai vertici. Negli ultimi anni è aumentato il numero delle rettrici, che attualmente sono 17. Certo su 97 atenei siamo solo al 17,5%… non possiamo certo dire che il mondo accademico sia diverso rispetto agli altri ambienti lavorativi, il famoso soffitto di cristallo è duro a rompersi. Qualche crepa in più negli ultimi mesi l’ha però ricevuta.

Il ministro dell’Università è donna, Anna Maria Bernini, “il rettore dei rettori”, anzi la “rettrice dei rettori”, ossia la presidente della Crui, Conferenza dei rettori delle università italiane è Giovanna Iannantuoni (rettrice dell’università di Milano Bicocca), la presidente del Cnr, il Consiglio Nazionale delle ricerche, è l’ex ministro Maria Chiara Carrozza.

Per quanto riguarda i ruoli apicali delle università, Milano, che, come spesso accade, si conferma la città più moderna e trainante d’Italia, guida la speciale classifica delle rettrici: qui, è notizia di questi giorni, addirittura il sorpasso: 5 università su 8 sono guidate da donne. Giovanna Iannantuoni, docente di Economia politica, dal 2019 guida l’Università di Milano Bicocca Alla sua nomina hanno fatto seguito quella di Donatella Sciuto, ingegnere alla guida del Politecnico e ancora più recentemente quella di Marina Brambilla, titolare della cattedra di Linguistica tedesca, all’Università Statale. In seguito alla tragica scomparsa del rettore Franco Anelli, anche l’Università Cattolica ha dovuto scegliere un nuovo rettore e l’ha individuato in Elena Beccalli, docente di Economia degli intermediari finanziari. E notizia di ieri (31 luglio 2024), l’Università IULM ha scelto Valentina Garavaglia, docente di Teatro, come rettrice per il sessennio 2024-30. La IULM che vanta la maggiore presenza femminile in cattedra, 47%, vede anche all’altro vertice, quello di direttore generale dell’ateneo, una donna, Raffaella Quadri.

Anche l’università più grande d’Italia, la Sapienza di Roma, con i suoi 122mila studenti, è a guida femminile, con Antonella Polimeni, medico. Chi sono le altre rettrici? Maria Pierro, neo eletta rettrice dell’Università dell’Insubria, Laura Ramaciotti all’Università di Ferrara, Alessandra Petrucci dell’Università di Firenze, Maria Grazia Russo dell’Università degli Studi Internazionali di Roma, Giovanna Spatari dell’Università di Messina, Manuela Ceretta dell’Università della Valle d’Aosta, Tiziana Lippiello dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Daniela Mapelli dell’Università di Padova, alle quali si aggiungono Sabina Nuti della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Paola Inverardi, rettrice del Gran Sasso Science Institute (che in precedenza aveva guidato al vertice l’Università degli studi dell’Aquila). Anche due università telematiche sono guidate da donne, Maria Amata Garito di Uninettuno e Anna Dipace della IUL. Un mondo quello dell’università che è coordinato da un ministro donna, Una prima schiera di rettrici che hanno fatto da apripista per una strada che si fa via via più ampia. Le resistenze sono ancora tante, come ha sottolineato la rettrice Polimeni in una recente intervista, perché il potere universitario è stato maschile per secoli. Ma, come giustamente sottolinea la rettrice, la novità è che adesso le donne si candidano ai vertici dell’ateneo, cosa che prima non accadeva. E se si candidano, spesso vincono.

Certo, il fatto che un ateneo scelga una donna anziché un uomo al vertice non dovrebbe fare nemmeno notizia. E invece purtroppo la fa ancora perché è tutta una sfilza di “prime volte”: prima donna in 160 anni alla guida del Politecnico, prima volta di una donna alla guida della Crui, per la prima volta dopo 700 anni la Sapienza è guidata da una donna … e via di questo passo. A ogni elezione femminile i titoli e sottotitoli dei giornali si sprecano. Il gender gap è ancora una realtà, anche nel mondo accademico. Che vede le immatricolazioni femminili stabilizzarsi intorno al 55%, una prevalenza non confermata però nelle discipline Stem, che rimangono appannaggio del genere maschile, anche se le cose stanno lentamente cambiando anche in questo settore. Secondo il Focus “Le carriere femminili in ambito accademico”, pubblicato dal Ministero dell’Università e della Ricerca, la percentuale delle donne che consegue il dottorato di ricerca in Italia, in ambito Stem, supera il 42%, un valore maggiore di oltre 5 punti percentuali rispetto alla media europea.

Se per quanto riguarda dottorandi e assegnisti di ricerca non c’è un grande divario, è nel personale docente che la disparità a favore della componente maschile si evidenzia: “Osservando la composizione di genere dei Professori Ordinari, Associati e dei Ricercatori nel decennio 2012-2022, vediamo come le donne appartenenti alla categoria dei Professori Ordinari passino dal 20,9% del 2012 al 27% nel 2022, mentre le donne nella categoria dei Professori Associati passino dal 34,9% nel 2012 al 42,3% del 2022” (dati tratti dal Rapporto Anvur 2023 Analisi di genere, p. 18). I numeri sono in crescita e per il futuro la tendenza non potrà che continuare. In tutti i settori. Si spera però con un’accelerazione, secondo il Global Gender Gap Index ci vorranno infatti ancora altri 134 anni per colmare il gender gap del mondo lavorativo globale, circa 5 generazioni… Un viaggio decisamente lungo.

di Sabrina Miglio