A scuola con la sindrome di Asperger

Il numero di allievi diagnosticati con un disturbo dello spettro autistico sta crescendo; le peculiarità socio-relazionali che caratterizzano questa condizione possono influire sulla corretta gestione del gruppo classe e ostacolare pertanto un tracciato didattico e professionale soddisfacente. Il sistema psicoeducativo risulta inadeguato  rispetto ai bisogni dei maggiorenni con sindrome di Asperger; si evidenzia una  mancanza di estensione di un sostegno formativo al termine della scuola secondaria di secondo grado.

Le criticità nel funzionamento socio – relazionale spesso accompagnate da deficit delle abilità comunicative, sensoriali e da  interessi ristretti, se costituiscono una complessità notevole per un percorso universitario soddisfacente, a maggior ragione rappresentano spesso un deterrente per un’assunzione lavorativa.

In questa situazione gli individui che desiderano continuare un tracciato universitario o decidono di intraprendere un percorso professionale si trovano in difficoltà.

Diventa urgente pensare a percorsi educativi capaci di valorizzare le abilità, i talenti e peculiarità dei soggetti in esame molto spesso sottostimate a causa del funzionamento atipico e della mancata intercettazione dei bisogni specifici.

Per fare in modo che soggetti Asperger possano veder confermato il loro ruolo sociale occorre consentirgli  di intraprendere tracciati formativi adeguati modulati sul loro stile di apprendimento e differenziati in base al taglio atipico di percezione, elaborazione, immagazzinamento e recupero delle informazioni.

E’importante inoltre che l’ambiente tenga conto della sensibilità sensoriale dei soggetti in esame e presenti un grande ‘attenzione all’organizzazione degli spazi con lo scopo di diminuire qualsiasi fonte di stress e semplificare l’ambiente percettivo.