Il futuro dei giovani laureati in marketing

 

 

Sulla spinta dei cambiamenti avvenuti nel marketing, si sono modificate nell’ultimo periodo anche le professioni ad esso associate. È possibile sintetizzare alcune considerazioni sui nuovi mestieri del marketing in sei punti:

1. La funzione marketing non pare in crisi, e al suo interno la figura del Brand/Product Manager ha un ruolo centrale. L’offerta formativa di corsi post-graduate, con 18 LM e 20 master dedicati al marketing, potrebbe ritenersi adatta a formare il background delle conoscenze necessarie per affrontare questo lavoro. Nei corsi potrebbe essere dato adeguato risalto alla professione del Brand/Product manager, che ha un canone di lavoro ben definito caratterizzato da contenuti piuttosto

2. Nella scelta dei neo-laureati in marketing, le aziende privilegiano capacità soft, e anche in fase di assunzione sono gli elementi soft a essere dominanti. Non sappiamo quanto l’offerta di formazione a livello post-graduate sia in grado di assecondare questa esigenza, ma forse occorre riflettere sull’opportunità di sviluppare spazi appositi nella configurazione dei corsi per soddisfarla. Le metodologie didattiche dovrebbero tenere in grande considerazione l’importanza degli elementi soft del comportamento degli studenti, educandoli al lavoro in team, alla flessibilità, al problem solving, alla capacità di presentarsi e di

3. Il mondo digital si sta affermando con forza. Esso entra pesantemente nel marketing, e chiede competenze e capacità specialistiche: di questo i corsi universitari devono tenere adeguato conto, adeguando l’offerta con corsi specialistici di livello molto elevato, adeguato alle esigenze delle imprese high-digital e fortemente internazionalizzate. Le professioni digital sono uno sbocco importante anche nelle start-up imprenditoriali, che non di rado si occupano proprio delle strategie digital per aziende nate in epoche non digitali. I titoli delle professioni del mondo digitale sono vari e molto dettagliati, considerazione che se anche può essere imputabile a una certa entropia di fondo in un settore relativamente nuovo, fa anche pensare a necessità molto tecniche: in quel mondo bisogna sapere, ma bisogna anche saper fare. L’offerta universitaria deve porsi al comando di queste esigenze, sviluppando sia corsi all’avanguardia sia capacità imprenditoriali di sviluppo di start-up.

4. Dal punto di vista dell’offerta universitaria a livello post-graduate, la comunicazione appare un’area relativamente abbondante rispetto alle esigenze delle imprese: le imprese non sembrano orientate ad assumere tanti laureati in comunicazione, ciononostante l’offerta formativa offre agli studenti un numero incredibilmente elevato di opzioni, forse troppe. Se da un lato è vero che la comunicazione è associata a numerosi mondi non connessi al marketing management, è altrettanto vero che non sono pochi i giovani con una laurea magistrale o un master in comunicazione “più qualcosa” (“Lingue per la comunicazione nell’impresa”, per esempio) che trovano lavoro nel marketing. D’altro canto, dove potrebbero spendere le competenze che hanno acquisito se non nel mondo delle imprese? E la comunicazione è certamente una componente importante del marketing management. Potrebbe essere interessante indagare le occupazioni dei numerosissimi giovani laureati in comunicazione a un certo numero di anni di distanza dalla laurea.

5. La dimensione settoriale non pare essere un fattore in grado di condizionare la selezione dei candidati da parte delle imprese; la conoscenza del settore è infatti valutata 4,8 su una scala da 1 a 7 punti, prevalendo competenze di carattere più trasversale. L’offerta universitaria a livello post-graduate è forse relativamente abbondante in termini di corsi specialistici, soprattutto a livello di I master in comunicazione declinati per specifici settori sono 24, mentre i master in marketing specialistici sono 9: Trenta-tre proposte settoriali sulle complessive 69, quasi il 50%. La comunicazione nel mondo sanitario domina, seguita dal food & beverage, dal turismo, dallo sport, per arrivare al settore beauty & wellness. Potrebbe essere un’offerta con una specializzazione eccessiva, a meno che i giovani che hanno ottenuto una laurea o un diploma “settoriale” trovino opportunità di lavoro proprio nel settore dei loro studi. In quest’ottica, potrebbe essere interessante indagare gli sbocchi occupazionali dei giovani che hanno frequentato studi specialistici a livello sia di LM sia di master.

6. Il commerciale/vendite? Pare completamente trascurato dal mondo universitario, nonostante sia il settore che offre le più abbondanti opportunità di inserimento nelle imprese. Se da una certa prospettiva non è un nuovo mestiere, dall’altra è quasi sempre la funzione commerciale che, prima ancora del marketing, gestisce una delle risorse più pregiate delle aziende: i clienti. Dietro ruoli classici si possono intravedere grandi opportunità, anche in termini di nuovi mestieri.

Il presente articolo è tratto dal report I mestieri del marketing: quali mestieri attendono gli allievi dei corsi di laurea e master in marketing?, condotto da un team che comprende oggi decenti dell’Università LIUC.

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