Le nuove sfide del mercato del lavoro

“Transizioni” è il tema del Festival del Lavoro 2022, in questi giorni al Palazzo della Cultura e dei Congressi di Bologna. Ne abbiamo parlato con Rosario De Luca, presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro.

 

  • Presidente, il Festival del Lavoro, giunto alla sua tredicesima edizione, è ai blocchi di partenza. Un evento che ogni anno si rinnova, tenendo il passo e, anzi, a volte anticipando le trasformazioni che investono il mercato del lavoro. Quali sono le novità dell’edizione 2022?
Le trasformazioni del mercato del lavoro, dell’economia e della società all’indomani della pandemia, l’accelerazione della rivoluzione tecnologica e la conseguente necessità di riqualificazione delle competenze professionali costituiscono il fulcro di questa tredicesima edizione del Festival del Lavoro, che si terrà a Bologna. Otto le aule di quest’anno, tutte legate ai temi di più stretta attualità, ma anche molto alle nuove generazioni: Diritto, Politiche Attive, Professione e Previdenza: Obiettivo 2030, Opportunità e Orientamento al Lavoro a cui si affiancano i “laboratori” e l’Agorà in libreria. Appuntamenti che ruoteranno attorno ai confronti con esponenti politici e delle istituzioni, dell’università, del mondo imprenditoriale e del giornalismo che si terranno, come sempre, sul palco centrale dell’Auditorium. Il programma completo è consultabile sul sito www.festivaldellavoro.it. C’è grande fermento per il ritorno in presenza e ci aspettiamo grande partecipazione alla tre giorni.
  • Un’edizione che ha per sottotitolo “Transizioni”. Perché?
Le nuove logiche economiche e produttive, frutto dell’esperienza pandemica e ancora tutte da scoprire, non solo incoraggiano il dibattito sulle nuove competenze da soddisfare ma rappresentano lo specchio del cambiamento che stiamo affrontando, dirottandoci verso un mondo del lavoro del tutto nuovo. Il futuro del post-pandemia richiede, infatti, di andare oltre l’applicazione standardizzata delle conoscenze e di puntare tutto su formazione e aggiornamento professionale. Alla luce dell’impatto che le nuove tecnologie e i nuovi modelli organizzativi avranno sul mercato del lavoro, analizzeremo le sfide e le opportunità per lavoratori, imprenditori e studi professionali, raccontando da punti di vista trasversali le trasformazioni che stanno interessando economia, lavoro e società.
  • Il Festival del Lavoro è una manifestazione che parla ampiamente ai giovani: che cosa potranno trovare i ragazzi, studenti o neolaureati che siano, in questa tre giorni?
Per il parterre dei più giovani abbiamo predisposto un programma ad hoc nell’Aula dell’Orientamento al Lavoro, che unisce i confronti con gli esperti di settore – tra gli altri in materia di intelligenza artificiale, lifelong learning, autoimprenditorialità, criptovalute, metaverso – alle consulenze one-to-one con i Consulenti del Lavoro per sciogliere dubbi legati alle prime esperienze lavorative e illustrare nel dettaglio le caratteristiche di stage, tirocini e apprendistato. Partecipando al Festival gli studenti avranno, inoltre, l’opportunità di conoscere come aggiudicarsi le dieci borse di studio che Fondazione Studi metterà a disposizione per l’avvio dell’attività professionale come Consulente del Lavoro, risultato della collaborazione avviata con il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna. Infine, i ragazzi potranno contare su un vademecum che fornisce soluzioni concrete nella scelta del loro futuro professionale: la guida Ci vediamo al lavoro, curata dalla Fondazione Consulenti per il Lavoro, che sarà distribuita gratuitamente ai padiglioni del Festival.
  • Il Salone dello Studente di Campus partecipa al Festival del Lavoro, che valore ha per voi questa nostra presenza?
Il Salone dello Studente contribuisce da sempre all’orientamento professionale dei ragazzi, fornendo loro strumenti e metodi efficaci con cui guidarli nelle loro scelte formative e nella conoscenza delle competenze richieste dal mercato del lavoro italiano. Grazie alla vostra partecipazione al Festival, i giovani avranno un’opportunità in più per comprendere le mille sfaccettature della cultura del lavoro venutasi a creare nel post-pandemia e approfondire tutte le tematiche legate all’ingresso nel mondo del lavoro e alle transizioni in corso.
  • Dove sta andando il mondo del lavoro? Quali saranno i cambiamenti che più caratterizzeranno le professioni del futuro, quelle che dovranno svolgere i nostri ragazzi?
L’emergenza sanitaria, accelerando la rivoluzione tecnologica già in atto, ha modificato gli equilibri aziendali imponendo alle imprese di ripensare nuove modalità di organizzazione del lavoro e ai lavoratori la necessità di aggiornare le proprie skills professionali. Ai più giovani, di conseguenza, sarà richiesto di acquisire competenze specifiche in ambito digitale e di adeguare il loro percorso formativo in tal senso. Sviscerare i temi inerenti alle competenze dei lavoratori, competitività aziendale, istruzione e aggiornamento professionale implica l’esigenza di fare i conti con le nuove tecnologie che nei prossimi anni permeeranno completamente la società e definiranno i paradigmi del lavoro del futuro.
  • Secondo il vostro punto di vista privilegiato, qual è il livello di consapevolezza che i giovani hanno del mondo del lavoro? Leggi, diritti, doveri? E che cosa bisogna fare per renderli più consapevoli, autonomi e partecipi?
Fondazione Studi, per questa edizione del Festival, ha particolarmente investito sul progetto “Generazione Legalità” per avvicinare i giovani al mondo delle regole e sensibilizzarli ai temi di legalità e lavoro etico. Siamo andati oltre i classici modelli di comunicazione istituzionale e abbiamo proposto un’edizione europea del tutto nuova. Quest’anno, infatti, Generazione Legalità ha assunto la forma di un videogame, articolato in sette missioni, che per tre mesi ha accompagnato i giovani in un percorso di conoscenza dell’etica sul lavoro e degli strumenti adottati dall’Unione Europea per contrastare l’illegalità. Premio finale in palio, un viaggio a Bruxelles per conoscere le istituzioni comunitarie. Una nuova modalità di interazione, dunque, volta a rimarcare l’importanza di un percorso comune tra gli studenti italiani e il resto d’Europa e condivisa anche dall’Associazione Nazionale Giovani Consulenti del Lavoro, che ha contribuito a promuovere il gioco nell’ambito del Neet Working Tour, iniziativa promossa dal Ministro per le Politiche giovanili, Fabiana Dadone.
  • Spesso si indica nella mancanza di dialogo tra mondo della formazione e mondo del lavoro la causa del mismatch di competenze, il fenomeno per cui le aziende cercano giovani con determinate skills e non li trovano. Che cosa fare per migliorare questo aspetto così importante?
La fotografia scattata da Fondazione Studi nei suoi approfondimenti ci pone di fronte a un’evidenza tangibile: formazione e specializzazione, soprattutto nelle competenze tecniche attualmente ricercate dalle aziende, garantiscono un biglietto da visita importante e permettono di colmare il divario che tiene distante chi cerca e chi offre lavoro. Per creare profili facilmente assorbibili dal nuovo mercato del lavoro, è urgente investire nelle competenze STEM e negli strumenti che incentivano l’integrazione delle esperienze professionali, come stage, tirocini e apprendistato. Al Festival, tra le altre cose, avremo modo di confrontarci anche sugli interventi normativi in materia di occupabilità e formazione, toccando in maniera trasversale tutti i settori su cui attualmente si gioca la partita delle politiche attive. Il dialogo sulle politiche del lavoro costituirà il punto di partenza per formulare osservazioni e proposte risolutive.
  • Secondo voi, c’è un approccio diverso dei giovani attualmente al mercato del lavoro? Si sente spesso dire che i ragazzi adesso, rispetto ai giovani di qualche anno fa, hanno la chiara volontà di non lasciarsi fagocitare dal lavoro, ma di voler tenere spazio e tempo per la vita privata e le passioni. È così?
 
La centralità del benessere individuale, quale elemento imprescindibile del lavoro, è uno dei lasciti dei due anni di pandemia appena trascorsi. A oggi, sia giovani che adulti desiderano un lavoro più compatibile con le esigenze di vita personale e più appagante sotto il profilo professionale ed economico. La ricerca del benessere è certamente un orientamento da incentivare, ma non può diventare prevalente su tutto, al punto da abbandonare l’occupazione esistente pur in assenza di alternative. Il principio che il lavoro nobilita l’uomo non è desueto né è passato moda. È necessario, quindi, conciliare le esigenze di vita privata con quelle lavorative senza far apparire il lavoro come un onere. Al Festival avremo modo di riflettere anche su questo.

 

 

Articolo di Sabrina Miglio