Saperi digitali e agroalimentare, la IULM vara due nuovi corsi

Intervista a Laura Gariboldi, dirigente dell’Area Servizi agli Studenti 

 

Nata 54 anni fa da un’intuizione del francesista Silvio Baridon, supportato dal senatore Carlo Bo, ossia che solo con l’apprendimento delle lingue straniere, l’Italia avrebbe potuto riconquistare un ruolo centrale nel mercato internazionale, l’Università Iulm di Milano non ha mai smesso di rappresentare la punta di diamante della trasmissione dei saperi legati alle lingue, alla comunicazione, all’arte e al turismo. Rinnovando costantemente la propria offerta formativa. La novità per l’anno accademico 2022-23 sarà il corso di laurea in Lingue, cultura e comunicazione digitale. “Un percorso nato da un’attenta analisi del mercato che vedrà le discipline tradizionali affiancarsi ai nuovi saperi digitali”, spiega Laura Gariboldi, dirigente dell’Area Servizi agli studenti. E guardando un po’ più avanti, il rettore, Gianni Canova, nel discorso di inaugurazione dell’anno accademico, ha anticipato l’intenzione di attivare un percorso formativo nel settore agroalimentare. Un ampliamento inedito degli ambiti tradizionalmente coperti dall’ateneo che non mancherà di attirare giovani dall’Italia e non solo. “A oggi contiamo circa 300 studenti stranieri”, conferma la dirigente, “ai quali si aggiungono altrettanti in mobilità provenienti da tutto il mondo. A incentivarli nello scegliere Iulm è innanzitutto il potenziamento dell’offerta formativa in inglese, che abbraccia l’intero percorso accademico e che ci ha permesso di entrare nei ranking internazionali, aumentando la nostra visibilità”. Gli studenti possono poi contare su Peer tutor e su un servizio psicologico dedicato, che risponde all’esigenza, fortemente sentita dai ragazzi in questi ultimi due anni, di supporto nell’affrontare la realtà universitaria in maniera così diversa rispetto al passato. Soprattutto per le matricole, che non avendo ancora sviluppato una rete con i compagni, hanno vissuto una situazione di isolamento. “Iulm ha immediatamente risposto a questa emergenza proponendo oltre alla didattica online, un ventaglio di attività da remoto con l’obiettivo di fornire strumenti per gestire le emozioni e la mancanza di socialità. Il nostro ateneo però”, puntualizza Laura Gariboldi, “non è e non vuole trasformarsi in una università telematica, per questo motivo abbiamo predisposto anche uno sforzo logistico, con l’acquisizione di nuovi spazi, per continuare a garantire la presenza fisica degli studenti e dei docenti e la condivisione”. Elementi che caratterizzano un luogo di crescita e di confronto come l’università. Che, a sua volta, deve porsi poi come elemento trainante di una sinergia che coinvolga il mondo del lavoro per ovviare al problema che sempre più le aziende denunciano, quello scollamento tra le competenze richieste e quelle acquisite che va sotto il nome di mismatch. “Iulm da sempre coltiva l’idea che sapere e saper fare debbano andare di pari passo”, afferma la Gariboldi. “Per questo le lezioni accademiche si alternano a interventi e testimonianze di professionisti e analisi di case history a cui si aggiunge la proposta di laboratori finalizzati allo sviluppo delle softskills. A una didattica orientata a formare laureati capaci di pensiero critico e creativo, affianchiamo servizi volti a perfezionarne il posizionamento come professionisti nel mondo del lavoro”. Tra questi, l’Ufficio Career Service e Rapporti con le Imprese che promuove l’incontro tra studenti e aziende e offre servizi di orientamento professionale come la simulazione di colloqui di selezione, i servizi di self-assessment, coaching e counseling.

 

Articolo di Sabrina Miglio